Qatar: il mondiale della vergogna


In questi ultimi giorni gli appassionati di calcio stanno seguendo assiduamente i mondiali in Qatar. A prima vista l’imponenza degli otto stadi appena costruiti, l’incalzante azione delle partite e la bravura dei giocatori destano meraviglia nello spettatore medio. A seguito di un’indagine più accurata però si può notare che, in realtà, le apparenze ingannano.
Il Qatar, infatti, è una monarchia assoluta guidata dall’emiro Tamim bin Hamad Al Thani dove vige la Sharia islamica. Il paese non è certo all’avanguardia per quanto riguarda democrazia e diritti umani: infatti, in quella che dovrebbe teoricamente essere una monarchia costituzionale, tutto il potere è nelle mani dell’emiro, i partiti politici sono banditi, l’omosessualità è reato, il consumo di alcool è punito con la fustigazione, l’aborto è illegale (al contrario della violenza domestica), alle donne è imposto l’Hijab e l’abbandono della fede islamica comporta la pena capitale. Nelle prime elezioni, che si sono svolte solo l’anno scorso quando in teoria la Costituzione era stata approvata 17 anni prima durante la Primavera araba (cioè il movimento di protesta che chiedeva maggior libertà nel mondo arabo), i cittadini sono stati chiamati a votare per eleggere 30 dei 45 membri che compongono la Shura (un organo consultivo islamico paragonabile al parlamento occidentale). Gli unici ad avere il diritto di voto, però, sono coloro che hanno “profonde origini storiche” in Qatar, cioè gli appartenenti a famiglie autoctone, e quindi circa il 10% della popolazione.
Perché dunque un paese così socialmente e culturalmente retrogrado ed illiberale, ma anche geograficamente molto piccolo e privo di una tradizione calcistica, è stato scelto per ospitare i mondiali?
Forse la risposta ce la possono fornire i 600.000 euro trovati in contanti nell’abitazione dell’eurodeputata greca, nonché vicepresidente del Parlamento Europeo, Eva Kaili. Oltre a lei, sono stati fermati anche suo padre, il suo compagno ed un altro europarlamentare del Partito Socialista Europeo (lo stesso della Kaili), l’italiano Pierantonio Panzeri. L’accusa è quella di aver accettato tangenti dal Qatar in cambio della loro influenza all’interno del Parlamento europeo. Non sarebbe la prima volta che il paese cerca di assicurarsi il sostegno di alcuni Stati occidentali: infatti, secondo quanto ipotizzato dalla rivista francese “France Football”, il Qatar guadagnò il voto favorevole di Parigi per l’assegnazione del mondiale in cambio di investimenti nell’economia d’oltralpe.
Come se non bastasse, gli immensi stadi che vediamo alla televisione comodamente seduti sui nostri divani sono stati eretti sui cadaveri di circa 6.500 lavoratori, secondo la stima del giornale inglese The Guardian, nonostante le autorità qatariote di ostinino a negarlo. Nel decennio che ha separato l’assegnazione del mondiale dal suo svolgimento il Qatar ha dovuto infatti sopperire alla mancanza di strutture adatte al contenimento delle partite. E per costruirle ha dovuto dispiegare un’ingente quantità di manodopera immigrata, soprattutto indiana e nepalese, tramite la pratica della Kafala, un sistema lavorativo diffuso in diversi paesi arabi che consiste nel permesso di residenza nello Stato da parte dell’operaio a condizione che esso abbia un datore di lavoro, che ha dunque su di lui un immenso potere. Quindi, i 2,1 milioni di lavoratori immigrati non godono di alcun diritto e sono costretti a vivere negli stessi cantieri in cui lavorano, descritti come dei campi di prigionia: il diritto allo sciopero è negato e le condizioni di lavoro sono decisamente precarie ed insicure. Oltre agli incidenti, l’enorme numero di morti è dovuto anche agli attacchi cardiaci conseguenti alle alte temperature con le quali gli operai sono costretti a lavorare.
Dunque, questi mondiali che si svolgono in uno Stato autoritario, reazionario e responsabile di migliaia di morti, sono davvero “i più belli” come detto dal presidente della FIFA Gianni Infantino? E, soprattutto, il nostro divertimento vale davvero il prezzo della libertà di un popolo e della vita di 6.500 persone?

08/01/2023

Articolo a cura di

Mattia Fantini

IL BANFO

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