Parasite


Apparso nelle sale cinematografiche italiane il 7 Novembre 2019, Parasite racconta in 132 minuti la storia di due nuclei famigliari, il cui incontro cambierà per sempre la vita di entrambi. La prima ad apparire sullo schermo è la famiglia Kim, composta dal padre Ki-taek, la madre Chung-sook, il figlio Ki-woo e la figlia Ki-jeong. I Kim vivono in una situazione precaria in un piccolo e sudicio appartamento seminterrato, facendo lavori temporanei a basso costo. Una sera Ki-woo, grazie ad un amico, ha l’opportunità di diventare il tutor d’inglese della ricca figlia adolescente della famiglia Park, Da-hye, e così, approfittando dell’ingenuità della madre di Da-hye, il ragazzo riesce con dei sotterfugi a far assumere tutta la sua famiglia senza però svelare la parentela ai padroni di casa. Ma la vita perfetta e agiata nella grande villa dei Park riserva alcuni segreti che persino i proprietari ignorano e che verranno portati alla luce con tragiche conseguenze.

Il film che non manca certo di colpi di scena, non appartiene ad un genere specifico ma si muove in armonia tra diversi generi tra cui commedia, thriller e drammatico, rendendo la pellicola dinamica e interessante.

Ma quello che più colpisce di Parasite è la sua capacità di raccontare una storia universalmente reale che, come scritto dal New York Times, potrebbe benissimo essere ambientata anche a Los Angeles o Londra.

Non è quindi una sorpresa la vittoria delle 4 statuette all’Academy Awards 2020, che fanno guadagnare a Parasite, non solo il titolo di miglior film straniero e miglior sceneggiatura originale, ma anche quello di Miglior Film dell’anno diventando così il primo film in lingua non inglese a vincere in questa categoria.

Ma gli onori non terminano qui, infatti il ritorno sullo schermo del pluripremiato regista Bong Joon-Ho fa la storia anche come prima pellicola coreana ad aver mai concorso per un oscar.

Evidentemente però non tutti sono d’accordo con le decisioni prese dall’Academy, come traspare dalla parole di Trump, che durante un comizio ammette di non aver visto il film e di rimpiangere “ i classici dell’epoca d’oro di Hollywood”, dichiarandosi contrario alla vittoria di Parasite come miglior film e rimarcando i problemi commerciali tra Corea del Sud e Stati Uniti. A queste parole non sono di certo mancate le risposte dei numerosissimi fan e della casa di distribuzione del lungometraggio, Neon, che con un post ironico replica: “È comprensibile, non sa leggere” riferendosi ai sottotitoli del film non doppiato in inglese, e chiude il post con l'hashtag #Bong2020, proponendo il regista come candidato alle imminenti presidenziali.

Ma nonostante le controversie, Parasite si afferma, con la sua critica sociale, tra i grandi del cinema, portandoci a riflettere sulla nostra contemporaneità tramite quella che il regista stesso definisce una commedia umana.

25/03/2020

Articolo a cura di

Anna Rocca

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